Da Prada

Nato a Grosotto il 25 aprile 1930, si è laureato in farmacia presso l’università di Pavia nel 1957 e in medicina a Bologna nel 1963. Conseguita la libera docenza in farmacologia, ha iniziato la sua attività di docente nell’anno 1965 presso l’Università di Milano dedicandosi, nel contempo, alla ricerca in biochimica. Oggi dirige un gruppo di ricercatori della Casa farmaceutica svizzera "Hoffman La Roche" di Basilea. In dieci anni di attività scientifica ha conseguito prestigiosi traguardi nell’approfondimento della conoscenza di base della biochimica e della farmacologia delle amine biogene, ed inoltre nel chiarire il meccanismo d’azione di alcuni tra i più importanti farmaci psicotropici e nello sviluppare nuovi metodi radioenzimatici per la determinazione delle catecolamine. Autore di oltre 400 pubblicazioni autorevolmente inserite nel top della stampa specializzata medico-scientifica mondiale, ha partecipato a simposi e congressi in tutto il mondo tenendovi significative relazioni (St. Francisco, 1972 - Helsinki, 19’75 - Hakone, 1981 – New York, 1985 - Uppsala, 1986 – St. Francisco, 1986 – Gerusalemme, 1987 – Sidney, 1987 – Monaco, 1988 e Algarve, 1989). E’ stato lo scienziato più citato dalle riviste scientifiche mondiali negli studi sulla "determinazione simultanea radioenzimatica delle catecolamine plasmatiche, metodologia sviluppata nei suoi laboratori), ed è apparso nella classifica dei luminari della scienza, redatta dalla rivista americana "Life sciences". Premio per la ricerca e lo sviluppo "Roche 1988" per aver offerto, con la sua vasta erudizione scientifica e la sua attitudine alla sperimentazione creativa associate ad un inflessibile entusiasmo per la ricerca innovativa, fattori decisivi per lo sviluppo del Madopar (farmaco antiparkinson) e dell’Aurorix (nuovo antidepressivo). Farmaci, questi, oggetto di sperimentazione clinica sull’uomo nella terapia per il miglioramento della cura del morbo di Parkinson. Il prof. dott. Mosé Da Prada per questa sua intensa ed appassionata attività scientifica ad altissimo livello, di impegnata professionalità e di costante presenza a primari incontri internazionali, onora in modo straordinariamente concreto, in Italia e all’estero, il nome della Valtellina evidenziandone le qualità della sua gente, schiva, di poche parole, semplice, ma fattiva, generosa e tenace.