26/04/2018
IL FILO DELLA COMICITA’

IL FILO DELLA COMICITA’ 

(Ristorante “Trippi” – Montagna Valtellina)

Una serata divertente, all’insegna dell’allegria e della risata, elementi essenziali per dimenticare, almeno per un momento, le tribolazioni quotidiane.

Gianni Giannini e Francesca Ceretta hanno così intrattenuto i soci del nostro Club, raccontandoci la storia della comicità, interpretando alcune scenette divertenti e suscitando belle e sane risate.

Giannini ha esordito affermando che la comicità nasce sin dall’inizio della storia dell’uomo, quando le persone ridevano per la caduta di qualcuno o per qualche altro avvenimento curioso e divertente. Ha aggiunto che, secondo lui, il più grande comico, anche se contestato (ma tutto è soggettivo), è Woody Allen.

Vi sono diversi tipi di comicità:

- vi è l’umorismo surreale, quello, per intenderci, di Stanlio e Olio, di Gene Gnocchi, di Nino Frassica. I due hanno raccontato alcuni esempi di questo modo di far ridere e Francesca ha letto alcune poesie in francese, tradotte in modo surreale da Gianni;

- vi è l’umorismo satirico, che trae le sue origini nel mondo greco, quando veniva utilizzato contro i potenti e la loro ipocrisia, e può essere satira politica, di costume, religiosa. E’, forse, la più pericolosa e ne hanno fatto le spese Alighiero Noschese, che venne “silurato” dalla televisione per una satira contro Fanfani; Beppe Grillo. per i suoi strali contro i socialisti; Roberto Benigni, per aver toccato il Papa; il Trio Lopez per la satira contro Khomeyni; Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello, che scherzarono sulla caduta da una sedia del presidente della repubblica Giovanni Gronchi;

- vi è la comicità che gioca sul doppio senso, come queste battute: “Il PD ha tolto i manifesti perché vi era Fassino in grassetto”, oppure: “Berlusconi non assisterà mai a un parto perché non vuole entrare in sala Travaglio”;

- vi sono poi le barzellette, di cui erano maestri Gino Bramieri (“Sono sei mesi che non parlo con mia moglie” “Come mai, avete litigato?” “No, non ha smesso di parlare un solo secondo”) e Walter Chiari (“Ieri ho visto tua sorella” “Oooh, la vacca!” “No, l’altra”). Alcune si riferiscono alle caratteristiche di certe popolazioni, come ad esempio quelle sui genovesi o i biellesi, noti per essere tirchi;

- vi è ancora la “magia” comica, come quella di Mac Rooney che l’aveva inventata allorché, durante uno spettacolo di magia, non gli riuscì un gioco e tutti risero: da allora seguì questo filone, gesticolando senza mai parlare durante le sue scenette, ma finendo sempre con un “hep”;

- vi è la comicità che utilizza i giochi di parole, come la poesia del pescatore: “io l’amo la lenza” oppure quella recitata da Gianni e Francesca sostituendo le parole con i nomi di vini dal significato analogo, almeno da un punto di vista del suono, come, ad esempio “ero sotto un pinot” (invece di pino), “l’ho trattata in modo un po’ lambrusco” (per brusco), e via di seguito;

- ancora l’umorismo nero, che spesso utilizzava Raimondo Vianello.

Al termine della divertente esibizione, i due hanno coinvolto diversi soci per la rappresentazione di un presepe vivente, utilizzandoli per le varie parti: oltre alla sacra famiglia, il bue, l’asinello e la cometa.


Insomma è tutto finito in gloria ed in risata, con applausi e riconoscimenti ai due relatori che, al termine, hanno venduto ai presenti il libro “Allergico al pesante”, scritto da Gianni Giannini per raccogliere fondi per una Onlus.

Angelo Schena