24/10/2018
ARCHEOLOGIA IN VALTELLINA

ARCHEOLOGIA IN VALTELLINA

(Ristorante “Il Poggio” – Poggiridenti, 24 ottobre 2018)

Ospite del Club, l’illustre dott. Francesco Pace che ha parlato dell’Archeologia in Valtellina.

Considerato l’interesse dell’argomento, l’incontro, aperto alla cittadinanza, si è svolto presso la sala “Vitali” del Credito Valtellinese ed ha visto la partecipazione di un gruppo particolarmente interessato al tema.

La ricerca archeologica in Valtellina si è sviluppata in tempi piuttosto recenti ed i primi risultati scientifici acquisiti sono merito del prof. Davide Pace, padre del nostro relatore che, negli anni ’60 del secolo scorso, ha dato un indirizzo ed un contributo fondamentale alle indagini iniziando dai territori dei comuni di Grosio e di Teglio. Il dott. Pace ha raccontato, con dovizia di particolari, le tante escursioni effettuate in compagnia del padre che hanno portato alla valorizzazione dei siti archeologici della “Rupe Magna” di Grosio o del terrazzamento a Caven di Teglio. Le scoperte di reperti, coppelle e figure antropomorfe incise sulle rupi e sulle pietre risalenti all’età del bronzo e quindi al secondo millennio avanti Cristo, hanno consentito di approfondire la ricerca attraverso lo studio dell’arte figurativa e di ricostruire, attraverso lo studio dei simboli, la civiltà preistorica che affidava alla pietra il compito di individuare la dimensione sacrale della vita.

Negli anni ’70 attorno alla figura del Prof. Davide Pace si è creato un gruppo di studiosi che ha dato un forte impulso alla ricerca sul campo, fornendo un sostegno indispensabile ai diversi appassionati locali che man mano si attivavano nell’individuare reperti dimenticati. In quel periodo molte scoperte archeologiche sono avvenute in modo abbastanza casuale: pietre recanti figure simboliche sono state trovate durante il rifacimento di muri a secco per il terrazzamento dei vigneti, lastroni di rocce levigate con incisioni rupestri sono venute alla luce dopo secoli di abbandono, tracce della lavorazione dei metalli risalenti all’età del rame, del ferro e del bronzo sono state individuate in tempi molto recenti anche a quote altimetriche molto elevate. I siti ed i reperti preistorici valtellinesi, fatte le debite proporzioni, non hanno quindi nulla da invidiare a quelli della vicina Valcamonica, studiati da decenni ed inseriti nel primo numero dei patrimoni mondiali dell’UNESCO.

Il relatore ha poi illustrato l’attività dell’Istituto di Archeologia della Valtellina, fondato nel 1973 dal prof. Pace che, oltre ad essere il punto di riferimento scientifico dei tanti appassionati, pubblica annualmente un Notiziario che informa sui risultati delle ricerche in corso e che porta a conoscenza del pubblico i contributi degli studiosi locali nell’ambito storico ed archeologico.


A conclusione dell’incontro, l’amico Flaminio Benetti, socio dell’Istituto di Archeologia e benemerito del settore per aver personalmente individuato e studiato un percorso che da Triasso sale verso Triangia lungo i terrazzamenti dei vigneti dove è possibile individuare coppelle e rocce recanti diverse incisioni preistoriche, ha evidenziato i risultati della ricerca archeologica valtellinese e l’alta qualità delle pubblicazioni del Notiziario, che viene inviato gratuitamente ai soci e a tutti gli istituti di ricerca nazionali.

Simon Pietro Picceni